FAQ

Nel caso di un imballo multilingue in cui non c’è abbastanza spazio sul packaging per indicare tutte le lingue, cosa si può fare?

Si segnala che l’obbligo di etichettatura come introdotto dal decreto n. 116 riguarda gli imballaggi immessi al consumo in Italia, pertanto deve sicuramente essere prevista in italiano. È opportuno, poi, verificare se siano previsti eventuali obblighi di etichettatura vigenti in altri Paesi in cui è immesso al consumo l’imballaggio. Inoltre, si segnala che le indicazioni sulla raccolta valide per l’Italia, potrebbero non esserlo per altri Paesi.

La norma non prevede alcuna esenzione per gli imballaggi di piccole dimensioni, e/o con spazio stampato ridotto, né per quelli multilingua, né per quelli importati.

Tuttavia, per queste casistiche si rilevano spesso difficoltà operative nel prevedere l’apposizione fisica dell’etichettatura ambientale sul packaging, in particolare per gli imballaggi di piccola dimensione, per i quali, qualora siano contenuti in un multipack, la strada potrebbe essere quella di apporre l’etichettatura ambientale sull’imballaggio di presentazione, ma quando invece sono venduti sfusi, potrebbero esserci limitazioni fisiche per l’apposizione dell’etichettatura ambientale, e/o difficoltà per la visibilità e la leggibilità delle informazioni.

A tal proposito, con una nota del 17 maggio 2021, il Ministero della Transizione Ecologica ha chiarito che laddove siano constatabili effettivi limiti fisici e/o tecnologici per l’apposizione fisica dell’etichettatura ambientale sul packaging, tali informazioni possono essere veicolate tramite canali digitali[1], o laddove non sia percorribile nemmeno questa strada, devono essere rese disponibili mediante siti internet dell’azienda e/o del rivenditore.

Per rendere più facilmente disponibili e consultabili al consumatore finale, le informazioni ambientali obbligatorie circa la composizione e la corretta gestione a fine vita del packaging, si suggerisce di prevedere chiare indicazioni sul packaging o sul punto vendita, riguardo alle modalità mediante le quali il consumatore può ricercarle tramite gli strumenti digitali o i siti web.


[1] Si segnala a tal proposito come in generale il ricorso ai canali digitali sia particolarmente caldeggiato dalla nota di chiarimenti veicolata dal MITE in data 17 maggio 2021 (vedi FAQ n. 16 su canali digitali).

Ultima modifica il 15/10/2021